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Buongiorno

05.06.2017 - Buongiorno Irpinia

D’Agostino vuole l’Avellino e sogna la A. Però...

Buongiorno, Irpinia. L’Irpinia è con il fiato sospeso per i destini dell’U.S. Avellino. E ce n’è motivo. Al di là del Calcio, della Serie B e del sogno della A, e naturalmente del Basket, ci dite cosa è rimasto in questa provincia? La Politica, che una volta era pane e companatico e accendeva gli animi, si è ridotta ad un teatrino di pessimo gusto: sempre lo stesso copione e per di più sempre con gli stessi protagonisti.
Il Calcio, dunque. Come andrà a finire la partita Taccone-D’Agostino? E l’esito finale a quale futuro obiettivo mira?

Il secondo interrogativo è stato un po’ messo in secondo piano dalle cronache sportive. Eppure, l’esito della trattativa tra Taccone e D’Agostino può determinare la continuazione di ciò che già c’è e ciò che di diverso potrà essere.
In concreto. Taccone ha detto e ribadito in più occasioni che lui può garantire la serie B. Se i tifosi vogliono la serie A, devono fare la danza della pioggia e sperare nel Cielo. Tradotto: bisogna trovare un altro Patron. Un discorso onesto, quello di Taccone. Ha detto, in buona sostanza, parafrasando la buonanima di Don Antonio Sibilia, che “c’è chi può e chi non può”, e che lui non può.

Bisogna riconoscere che gli sforzi finanziari che ha fatto sono notevoli. E bisogna dargli atto di una permanenza dell’Avellino in B contro non pochi pronostici sfavorevoli. Va anche aggiunto che, si sa, Taccone non ha il carattere di un catechista. Ma al netto delle sue sortite polemiche, peraltro quasi sempre fondate su solidi motivi, è stato presente ed ha mantenuto gli impegni, almeno quelli di cui si ha pubblica contezza. Ed è cosa di non poco conto con i tempi che corrono. Provate a fare un fischio d’ invito agli imprenditori irpini, e vedrete in quanti si diranno disponibili a caricarsi addosso il fardello della società di calcio.

D’Agostino, con i fatti e non a chiacchiere, ha risposto all’invito. E siamo al secondo protagonista della partita. Si dice che entro oggi darà la risposta definitiva a Taccone. Che significa modificare l’offerta già avanzata per acquisire il pacchetto di maggioranza e che a Taccone non è sembrata affatto equa. Vedremo se oggi sarà la volta buona.
I tifosi devono augurarsi – detto in soldoni – che D’Agostino compri l’Avellino. E vi spiego perché, dopo aver ricordato che, come ho già avuto modo di scrivere, pochi come il sottoscritto conoscono i meccanismi del pensiero del deputato-imprenditore di Montefalcione.
D’Agostino – è un problema di Dna – non è uno che si accontenta dei livelli medi, in ogni cosa che fa. Ambisce al massimo sempre. Ed è stato questo anelito caratteriale, probabilmente, a fargli fare un percorso imprenditoriale di sicuro successo. La stessa cosa si è registrata in politica. E’ riuscito nell’impresa di diventare deputato contro ogni ragionevole previsione. Insomma, è uno che sa quello che vuole e non aspetta che le cose gli capitino per caso. Una volta Nicola Mancino mi disse che la “Fortuna rincorre D’Agostino”. Dopo averlo frequentato per quattro anni, ed avuto la possibilità di osservarlo da vicino, correggerei l’assunto dell’ex Presidente del Senato: “E’ D’Agostino che rincorre la Fortuna”. Lui capisce dov’è, la fiuta, la cerca e la trova. Ma chiamiamola Fortuna per convenzione. In effetti è altro: è capacità intuitiva, lavoro, rischio calcolato.

Ora per stare al Calcio, D’Agostino vuole l’Avellino e lo vuole per tentare la scalata alla serie A, non per farlo restare in B. Ciò non significa che è disposto a farsi spellare da Taccone. Tutt’altro. Se Taccone è intelligente e furbo, D’Agostino non è da meno. Se Taccone (in questo caso) gioca d’azzardo, D’Agostino non lo segue. Proprio perché lui non crede nella Fortuna tout-court. Lui la Fortuna se la cerca. E quasi sempre la trova.