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Buongiorno

26.03.2017 - Buongiorno Campania

Il Governatore, la “chiattona” e le cose veramente serie

Buongiorno, Campania. Mi faccio promotore di una virtuale petizione indirizzata al Governatore Vincenzo De Luca. Il testo è semplice ed è contenuto in mezzo rigo: “Signor Presidente, per favore, si contenga”.
Non è piaciuto a nessuno che De Luca sia inciampato per l’ennesima volta nell’uso di un linguaggio troppo greve per potersi adattare ad un ruolo istituzionale così importante, oltre che allo spessore politico e culturale del Governatore. Se la capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino, sia o meno “chiattona” non interessa neanche un poco ai cittadini della Campania. Così come poteva fregar di meno ai romani (e a tutti gli italiani) la fattezza da “bambolina” della sindaca Raggi, anch’ella finita nella galleria delle amenità iconografiche femminili care a De Luca.
Passino pure le “fritture di pesce”, visto che il mare di Agropoli può contenerle come gocce innocue, e il sindaco Franco Alfieri può passarci sopra senza drammi, anzi con una bonaria risata. E passi pure il “bisognerebbe ucciderla” riferita alla presidente della bicamerale Antimafia, Rosi Bindi: espressione troppo paradossale e usuale perfino nel linguaggio familiare (“Quando mio figlio fa così, lo ammezzerei!”) per poterla interpretare come una minaccia di morte, cosa che le becere strumentalizzazioni politiche e giornalistiche pure hanno elevato al rango di “verità”. Ciò che non deve passare, invece, innanzitutto nella testa del Governatore, è l’idea che egli possa dire delle donne tutto ciò che pensa senza fare danno all’immagine della Campania, della politica e di se stesso. E che tutto si possa aggiustare con le scuse alla Ciarambino attraverso un mazzo di fiori annunciato via twitter.
Qualcuno dice, alzando rassegnato le braccia, che questo è il carattere dell’uomo e bisogna prenderlo così com’è. Niente di più sbagliato. Dovrebbero essere proprio le persone più vicine a De Luca a suggerirgli – anzi ad imporgli – di stare più attento a ciò che dice. Anche perché – trattandosi di persona dotata di straordinaria cultura e sensibilità – può colpire gli avversari politici che lo provocano con finezza letteraria decisamente più micidiale di banalità come “bambolina” o “chiattona”.
Ciò detto – e mi auguro che la mia virtuale petizione venga idealmente firmata da quante più persone possibile – non si può sottacere che molto più grevi e dannosi delle inopportune espressioni di De Luca sono certi comportamenti istituzionali dei suoi avversari, a cominciare dall’onorevole Bindi per finire ai Cinque Stelle. Vogliamo dimenticare che la presidente della bicamerale Antimafia, con un tempismo degno di miglior causa, fece pubblicare la lista dei presunti “impresentabili” a pochi giorni dalle elezioni regionali? Il nome e il faccione con lo sguardo torvo – giusto per renderlo più impresentabile – di De Luca furono dati in pasto all’opinione pubblica, mettendone a rischio la vittoria elettorale che poi comunque ottenne. Si dà il caso che successivamente De Luca sia stato pienamente assolto per le accuse dei pubblici ministeri che lo avevano fatto finire nella lista degli impresentabili resa nota “nottetempo” dalla Bindi.
Ed è o non è istituzionalmente scorretto e dannoso per la Campania l’ostruzionismo metodico della Ciarambino praticato in Consiglio regionale a supplenza del vuoto di idee rispetto all’azione di governo della giunta De Luca? Vogliamo parlare della correttezza istituzionale del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, candidato in pectore a Premier, che con la “parola tonante” aizza i dimostranti fuori e dentro Montecitorio? E giusto in omaggio alla par condicio opposizione-maggioranza, è istituzionalmente corretto l’ostracismo del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che da mesi sta ritardando la nomina di De Luca a commissario per la Sanità in Campania, nonostante lo prescriva la norma e nonostante i disastri fatti dal manager di fiducia dello stesso ministro, Joseph Polimeni? Prima o poi De Luca perderà le staffe e racconterà che è di gran lunga preferibile lo “spirito” della Beatrice di Dante al “fisico” della Beatrice di governo. E si ritroveranno tutti a dargli addosso con la becera accusa di sessismo. Intanto la sostanza delle cose che interessa alla gente della Campania è che abbiamo i livelli essenziali di assistenza più bassi d’Italia, e ciò a causa di otto anni di commissariamento della Sanità e dei tagli a casaccio ordinati dalla Lorenzin ai suoi uomini inviati dalla Toscana.
E’ questo lo stato dell’arte. Abbiamo assai spesso in politica un lessico volgare e comportamenti molto più volgari del linguaggio. La differenza è che le parole grevi – ancorché sempre censurabili – qualificano le persone che le pronunciano ma non producono effetti significativi sulle istituzioni e, dunque, sugli interessi collettivi. I comportamenti volgari – tra i quali, ancor prima di quelli sopra esemplificati, ci sono clientelismo e corruzione – inquinano le istituzioni, sviliscono la politica, fanno danni alla collettività.
Firmiamo la petizione al Governatore affinché freni, da gentiluomo qual è, le sue reazioni para-misogine, ma non facciamone un caso ogni due per tre. Le cose e i casi seri sono altri: occupiamoci di quelle e di quelli.