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Buongiorno

10.02.2018 - Buongiorno Irpinia

Il Nazareno e i presunti soldatini di latta del Pd irpino

Buongiorno, Irpinia.
Il Pd irpino, come si sa, è stato affidato da mesi a David Ermini, commissario che interpreta alla perfezione il profilo più debole e irritante del renzismo, ovvero l’atteggiamento arrogante e snob con cui vengono trattati i cosiddetti “territori”, cioè la periferia del partito.

Risale a poco più d’una settimana la sortita infelice di Ermini che spiegò la cessione agli alleati di due collegi uninominali su tre affermando che il Pd non disponeva in Irpinia di una classe dirigente adeguata. Secondo questo ragionamento, la stessa presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, cancellata dopo che la direzione nazionale ne aveva votato la candidatura per il collegio di Ariano, non sarebbe all’altezza del compito.

In singolare antitesi con tutto e con il contrario di tutto, invece, ieri Ermini ha diffuso un comunicato in cui si legge che alla D’Amelio è stato chiesto il “sacrificio” di guidare la campagna elettorale a sostegno dei candidati scelti dal Pd per i collegi Camera di Avellino e Ariano e per il collegio Senato di Avellino. Che è un po’ come chiedere alla vittima di fare l’applauso al suo boia.

Ma fin qui son fatti del Pd e della stessa D’Amelio: deciderà la presidente del Consiglio come meglio crede.

Il problema è la scarsa considerazione in cui, nella mentalità politica renzista, vengono tenuti i militanti Pd, gli amministratori Pd e soprattutto il potenziale elettorato Pd: in una parola, il territorio.

Nella testa di Ermini, ovvero del Nazareno, c’è l’idea che dopo tutto quel po’ po’ che è accaduto – dalla decisione di candidare un nemico giurato del Pd qual è De Mita alla mortificante giubilazione della massima rappresentante istituzionale Pd qual è appunto la D’Amelio – basti un comunicato stampa per rimettere la corda ai soldatini irpini e farli marciare uniti, disciplinati e proni verso le urne.

Non passa nemmeno per l’anticamera del cervello dei renzisti, insomma, il pensiero che tantissimi militanti e potenziali elettori Pd siano stanchi di questa “non politica” e si rifiutino di obbedire agli ordini di colonnelli locali che lo stesso Nazareno ha dequalificato. Al disprezzo renziano per i territori si aggiunga il messaggio politico generale oggettivamente debole e contraddittorio che il leader Pd continua a dare ancora in queste ultime settimane di vigilia elettorale e il disastro è compiuto.

Altro che classe dirigente locale inadeguata. Nella migliore delle ipotesi, siamo di fronte al classico caso dell’asino – il Nazareno – chiama cornuto il bue, l’apparato irpino del Pd.