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Politica&Dintorni

29.09.2022

Il pendolo

- di Carmine Cioppa -

Mi soffermo spesso, nella vecchia casa paterna, sul pendolo di quel grande orologio a muro, che mi ha visto nascere e crescere.

Quel pendolo serve a dare la carica all’orologio perché faccia il suo dovere, misurare lo scorrere del tempo.

Un effetto dinamico, direbbe chi si intende della materia, ed una grande metafora della vita: mai rimanere inerti, ma godere e trasmettere quella “carica” di cui il buon Dio ci ha fatto dono.

Per chi, come me, ama la Musica, quel pendolo è anche l’invito al rispetto delle regole, dei “tempi” e delle “pause”, come ci insegna l’oscillazione del metronomo.

Quel continuo oscillare, inoltre, esprime anche l’insicurezza, un male del secolo, che riusciremo a superare solo stando insieme agli altri, o, meglio, “spendendoci” per gli altri.

Ma cosa ha a che fare il pendolo con la politica (con la p minuscola)?

La risposta viene proprio dalle scelte, rispettabili ma non condivisibili, di alcuni candidati, che, pur ricoprendo ruoli importanti a livello regionale e nazionale, non hanno esitato a schierarsi nel campo opposto perché non gratificati di un collegio sicuro.

E qui il pendolo ha oscillato parecchio, fra Terzo Polo e Forza Italia, fino a fermarsi sul cavallo dato per vincente.

Ma è un’oscillazione strana, circolare, destinata a ripetersi nel tempo ed a modificare, così, ruoli e posizioni.

L’auspicio, per i più giovani che si impegnano in Politica (questa volta la P è maiuscola), è che l’oscillazione sia verticale, ad indicare orizzonti futuri e possibili.