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Buongiorno

24.03.2018 - Buongiorno Italia

Il primo giorno in Parlamento. Di Maio e Salvini seri e coerenti. I soliti Sgarbi” di Vittorio

Buongiorno, Italia.
Tre brevi annotazioni sul giorno di insediamento del nuovo Parlamento.

Bravo Luigi Di Maio. Aveva detto che il Movimento 5 Stelle non avrebbe mai votato un condannato (nel caso specifico: Paolo Romani, proposto da Forza Italia) per la presidenza del Senato e non ha mutato posizione di un millimetro, nemmeno di fronte al rischio che la Lega di Salvini potesse giocargli un brutto scherzo dando spazio utile all’eventuale astensione Pd.

Bravo ancora una volta Di Maio per aver detto, e mantenuto l’impegno, di non voler incontrare Berlusconi, né per le trattative politiche sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato né per altro. È una prova di serietà verso il proprio elettorato, verso gli italiani in generale e verso le istituzioni.

La deroga ai principi più elementari del buon senso – chiamatelo pure (il buon senso) “questione morale” - è tra le principali cause della crescente disaffezione dei cittadini alla politica.

Bravo Matteo Salvini. Non ha giocato sporco sul caso Romani. Anzi, non si è lasciato né condizionare né intimidire dai messaggi trasversali di Berlusconi. Fermo l’impegno di assegnare la presidenza del Senato all’alleato Forza Italia, tant’è che ha fatto votare la Bernini. Ma nella sostanza ha condiviso il principio di Di Maio: un condannato non può ricoprire la seconda carica dello Stato.

Certo, nella fattispecie, non lo impedisce né la legge ordinaria né la Costituzione. Lo impedisce il buon senso comune di cui sopra, ed è già tanto.

Pessimo inizio di legislatura per Vittorio Sgarbi. Come hanno riportato le agenzie, durante lo scrutinio per l’elezione del presidente della Camera, il deputato di Forza Italia si è messo a scherzare ad alta voce con due colleghi. L’onorevole Giachetti, che ha presieduto la seduta, ha perso la pazienza e lo ha cacciato dall’Aula. Bravissimo Giachetti: è così che si fa. Il Parlamento non è un mercato ambulante. E sarebbe ora che l’eccellente critico d’arte (ma pessimo politico) la smettesse di fare il teatrante spocchioso e isterico in ogni esibizione pubblica.