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Buongiorno

14.05.2019 - Buongiorno Irpinia

L’Avellino in C. Per favore, politici e politicanti: giù le mani dal Pallone

Non ho mai fatto il cronista sportivo, salvo qualche rara circostanza, e quando mi è capitato di farlo ho combinato solo guai. Ricordo un episodio di una vita fa: pensate, l’Avellino in serie A. Lavoravo a "Il Mattino". Per una fortuita circostanza, fui inviato a Empoli al "ritiro" dei Lupi. Invece di fare la cronaca degli allenamenti e quant’altro, cosa che non mi era affatto congeniale, raccontai di come avevano trascorso la serata i calciatori. Il giorno successivo in una famiglia dei Lupi accadde il finimondo.
Non resi un buon servizio al giornale e tanto meno un buon servigio al Pallone.

Non ero un buon giornalista sportivo, tutt’altro. Ma all’epoca non mi perdevo una partita dell’Avellino. Ci andavo ogni domenica (in casa) con il mio compianto fratello Vincenzo. Lui era un Tifoso da febbre coinvolgente. Con lui mi godevo due spettacoli: l’Avellino e il suo modo "spettacolare" di guardare e commentare la partita.
Confesso di aver riprovato l’emozione di quegli anni, domenica pomeriggio, al fischio finale dello spareggio che ha promosso i Lupi in serie C. Il grido liberatorio del cronista e dei tifosi avellinesi mi ha riportato con la mente alla magia di quei dieci anni in A. Un’emozione profonda e gradevolissima, della quale sono grato ai protagonisti di questa avventura: i calciatori, la società, i Tifosi.

Ho scritto questa breve nota pescando nel passato, cari lettori, per esprimere un desiderio nel clima pesante della campagna elettorale che la città di Avellino sta vivendo in queste settimane. Il desiderio è che la bella pagina sportiva scritta dalla compagine biancoverde non venga sporcata dalle speculazioni elettoralistiche di questo o quel candidato. Qualche avvisaglia già c’è stata. Per favore si fermino, "quelli che la politica...": giù le mani dal Pallone, giù le mani dalla Città.