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Buongiorno

21.10.2019 - Buongiorno Irpinia

Nell’Irpinia degli scandali mai nessuno si dimette

Diciamolo: l’Irpinia sta attraversando un periodo nero. Passa da uno scandalo all’altro. Come se bastasse e avanzasse il “romanzo criminale” - ahinoi, tutto drammaticamente reale! - narratoci la settimana scorsa dalla Dda con i 23 arresti di camorra, abbiamo dovuto sorbirci l’appendice, di diversa natura ma comunque gravissima, di un altro tintinnio di manette negli ambienti della giustizia tributaria: ancora due irpini finiti nei guai per una storia di corruzione, “aggiustamenti” di sentenze pagati con decine di migliaia di euro, almeno in cinque casi, e con la promessa di un posto di lavoro al figlio di un giudice in un altro caso.

Non siamo giustizialisti e non smettiamo mai ricordare a noi stessi che la nostra Costituzione afferma la presunzione di innocenza fino all’eventuale pronuncia di colpevolezza nel terzo grado di giudizio.

Non smettiamo mai nemmeno di ricordare a noi stessi che la responsabilità penale è individuale. E che, dentro e fuori i tribunali, le colpe dei padri non possono ricadere sui figli e viceversa.

Tuttavia, per chi svolge un ruolo pubblico – politico, amministrativo od anche semplicemente sociale, ad esempio in ambito sportivo – si impone un principio di etica comportamentale che sfugge ai tempi delle stesse sentenze in presenza di fatti, come le intercettazioni autorizzate ed inequivocabili, che almeno moralmente rilevano la responsabilità di un soggetto pubblico.

I due scandali irpini freschi di settimana contengono senza possibilità di equivoco i caratteri di certezza appena riassunti. Atti conseguenziali da parte di chi è coinvolto, più o meno direttamente, in situazioni scabrose, sarebbero una encomiabile prova di responsabilità.