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Buongiorno

30.07.2018 - Buongiorno Irpinia

Nomine Alto Calore e Ato Rifiuti: preparate i pomodori marci

Tra oggi e domani, l’Irpinia politica affronta due appuntamenti di sicuro rilievo istituzionale prima della pausa imposta dal Generale Agosto.

Oggi è la volta dell’Alto Calore. L’assemblea dei sindaci è chiamata ad approvare il Piano di risanamento della Società e ad eleggere il successore del presidente Lello De Stefano.

Domani tocca al Consiglio d’Ambito dell’Ato-Rifiuti, che deve nominare il direttore generale.

Al di là dei soliti bla bla bla balbettati da politici e parlatori a vario titolo, la questione delle questioni è essenzialmente una: riusciranno i partiti politici e padroncini e padrini annessi a fare non uno ma venti passi indietro, lasciando ai sindaci la dovuta libertà di decidere e scegliere in nome e per conto esclusivo degli interessi delle comunità che rappresentano?

Nel caso dell’Alto Calore si tratta addirittura di decidere la vita o la morte (per fallimento) della Società. Si approva il Piano, l’Alto Calore si salva, anche se poi dovrà marciare in salita, e che salita. Si boccia il Piano, non resta che portare i libri contabili in Tribunale e addio mia bella addio.

Ma è di rilevantissima importanza anche la scelta del successore di De Stefano. Mai come in questa circostanza, anzi, il “nome” ci racconterà se l’Alto Calore, ancorché eventualmente salvo, avrà capito la lezione d’un passato fatto di clientele e sperperi, cause del suo disastro, oppure vorrà continuare con le ingerenze dei partiti nella gestione, circostanza che ha caratterizzato – appunto – il passato testé descritto.

Secondo le indiscrezioni, il Pd – o parte del Pd – vorrebbe assegnare a Michelangelo Ciarcia il posto che è stato di De Stefano. Se ciò accadesse, bisognerebbe prendere atto che i partiti, non solo non hanno inteso fare almeno mezzo passo indietro, ma hanno voluto farne addirittura due avanti. Ciarcia, infatti, è stato appena qualche mese fa uno dei due candidati alla segreteria provinciale del Pd: quale segnale più plastico d’ingerenza d’ una parte politica nella gestione.

Se poi dovesse perfino accadere che tutto il Pd, attualmente spaccato in due (chi sosteneva Ciarcia non si presentò al voto congressuale e in compenso si rivolse alla magistratura ordinaria), confluisca sul nome testé citato, allora tutta l’operazione, oltre che di ingerenza, avrebbe il sapore della più classica delle “pastette”: il troncone Pd che fa capo a De Caro, De Luca l’Irpino e Famiglietti si pappa l’Alto Calore con Ciarcia e lascia bello e tranquillo dov’è il segretario provinciale Di Guglielmo, che è espressione di D’Amelio, Festa, Paris, Iannace e D’Agostino. Alla faccia dei sindaci, che però dovranno poi spiegare alle rispettive comunità il senso della farsa generata dalla tragedia Alto Calore.

Porto delle nebbie anche l’appuntamento del Consiglio d’Ambito dell’Ato Rifiuti. Qui c’è uno dei 14 candidati dichiarati idonei che dalla valutazione dei curricula risulta primo per punteggio, e non di poco, rispetto al resto della compagnia. In una qualsiasi parte del mondo che non abbia dato i natali a Nicola Mancino, Enzo De Luca, Del Basso de Caro (e mettiamoci dentro anche De Mita che stavolta, stranamente, non c’entra niente con la pastetta), gente normale d’un normale Consiglio d’Ambito farebbe la cosa, appunto, più normale del mondo: nominerebbe quel candidato con il miglior curriculum, così come dice il bando, e lo ringrazierebbe di cuore per il sol fatto di esistere. Qui da noi, dove niente capita per caso, invece, ci si sta lambiccando il cervello per studiare come fottere il candidato che più merita e nominare chi è più fedele ad uno o a più capibastone di quelli appena elencati.

A nulla sembra valso, del resto, l’appello responsabile d’un politico di sicuro spessore culturale e sano pragmatismo qual è il Vice Presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il quale ha severamente ammonito circa la necessità di “scegliere la migliore figura tecnica, senza ingerenze politiche, capace di gestire al meglio la nuova organizzazione del ciclo dei rifiuti”.

Ma il problema veramente tragico, amici e non che mi onorate della vostra lettura, non è la spudorata permanenza sulla scena di questi – si fa per dire – Signori della politica provinciale. Il problema veramente tragico è che non c’è barba d’irpino che abbia l’ardire di presentarsi – oggi all’Alto Calore, domani all’Ato Rifiuti – armato di pomodori marci e farne l’uso meglio adeguato nei confronti di chi decide, non in nome della comunità che rappresenta, ma del padrino o puparo politico di turno.

Che peccato avrà mai fatto la nostra povera, bella Irpinia per meritarsi tutto questo, resta un mistero!