menu

Buongiorno

31.10.2018 - Buongiorno Irpinia

Oggi le elezioni provinciali. E poi? Minuetto o Tarantella?

Finalmente ci siamo. Oggi si vota per la Provincia. Elezioni particolari: alle urne soltanto i consiglieri comunali irpini. Due, come si sa, i candidati per la presidenza: Michele Vignola, ufficialmente sostenuto dalla coalizione di centrosinistra costruita intorno al Pd, e Domenico Biancardi, proposto dal centrodestra.

L’esito è incerto. Non per le forze politiche teoricamente schierate in campo. Se i consiglieri comunali esprimessero un voto coerente con le loro dichiarate appartenenze, non vi sarebbero dubbi sulla vittoria di Vignola.

Le cose non stanno così. In questa provincia, ma non solo qui, la politica ha un connotato sempre meno serio ed affidabile. È l’epoca dei trasformisti. Se volete, è l’epoca di quelli che nei giorni pari stanno nel centrosinistra e nei dispari amoreggiano con il centrodestra, e viceversa.

Il dramma è che un tempo i voltagabbana venivano puniti con l’espulsione dal partito. Ora vengono premiati. Il partito più amorale, più inaffidabile, ma maggiormente in voga, è costituito proprio da questi praticanti il salto della quaglia.

Finalmente ci siamo, dicevo. E non certo per la curiosità di vedere come finisce la partita. Tanto, comunque finisca, per l’Irpinia non cambia niente.

È importante, piuttosto, che finisca, perché sono almeno due mesi che si perde tempo per le “provinciali”. Ci sono problemi ben più seri di cui discutere, e sui quali serve misurare il residuo di credibilità dell’attuale classe dirigente.

Tra i problemi ce n’è anche uno di natura squisitamente politica. È il problema del Pd: se esiste ancora un Pd in Irpinia, qual è, chi decide, chi vi fa parte, da chi è legittimato. Intendiamoci, non sarebbe un problema se nel Pd non si riconoscessero ancora la maggioranza degli amministratori irpini. Dunque, se la crisi – d’identità e di tutto – del Pd non si scaricasse in qualche modo sulle istituzioni, sulle società pubbliche di servizio, sui rapporti con il governo regionale.

La domanda, però, è: ci siamo finalmente per davvero, si cambia musica e passo, oppure si vorrà continuare con l’insopportabile minuetto di questa classe dirigente Pd?

Lo capiremo subito. La mia opinione è che dopo le provinciali, quale che sia l’esito delle provinciali, se non sarà minuetto si ricomincerà con la tarantella. La differenza tra qualche tempo fa ed oggi è che all’allegra compagnia del centrosinistra e del centrodestra si aggiungeranno i Cinque Stelle.

Insomma, non possiamo affermare che siamo messi benissimo. A domani.