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Buongiorno

02.01.2018 - Buongiorno Campania

Più autonomia e più risorse. De Luca lancia la sfida al governo centrale

Buongiorno, Campania.
Il botto di fine anno del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, non è stato l’annuncio che il territorio regionale è tornato ad essere – parole sue - “appetibile per gli investitori stranieri, tanto da interessare i fondi sovrani del Kuwait e della Repubblica Popolare Cinese”. L’indiscrezione, cui il presidente ha soltanto accennato, è che “la Cina ha interesse a realizzare almeno altri sette aeroporti sul suo territorio e considera con attenzione il distretto aerospaziale campano”. E che “il Kuwait ha interesse a consolidare il rapporto di collaborazione con gli istituti di ricerca e le aziende hi-tech”.

Il botto non è stata nemmeno la notizia, decisamente di rilievo, di una collaborazione con il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, “per favorire l’insediamento di un Polo di ricerca di valore mondiale nel campo delle tecnologie e dell’ambiente in grado di competere con la Human Technopole di Milano”. Né “la scuola di specializzazione sul modello della Normale di Pisa a servizio di tutto il Sud”. E nemmeno “’implementazione dell’area della ricerca genetica con una struttura di eccellenza collegata all’Airc, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro”.
Manco a dirlo, sono tutti progetti di altissima valenza strategica che una volta realizzati faranno fare alla Campania il salto di qualità che si attende da anni.

Il botto vero è stato è un altro. E chi conosce bene De Luca sa che su questo fronte il Governatore impegnerà il massimo delle sue energie per tentare di raggiungere l’obiettivo. Il botto è l’annuncio della richiesta, entro il 15 gennaio, dell’apertura del negoziato per la maggiore autonomia su Ambiente, Formazione, Scuola e Sanità. Ma prima di chiedere maggiori poteri, De Luca – che è un pragmatico per eccellenza – ha sottolineato che chiederà maggiori risorse. Come a dire che avere il potere teorico di fare e non poter fare per mancanza di soldi sarebbe un esercizio accademico del tutto inutile.

Insomma, si apre per la Campania una fase decisamente interessante. De Luca è consapevole delle grandi difficoltà che si prospettano all’orizzonte ormai prossimo del dopo-elezioni. La sua strategia è di preparare la Regione ad interloquire con il futuro governo, quale che sia il colore del prossimo governo. E vuole farlo puntando tutto sul virtuosismo istituzionale della Regione, aggirando cioè le vecchie logiche delle appartenenze politiche e delle filiere istituzionali costruite – appunto – sui “colori” dei governi centrali.

Il rafforzamento del potenziale produttivo della Regione – sia in termini di progettualità e di capacità di spesa, sia sul piano dell’efficienza burocratica – gli serve per trattare con Roma senza dover tenere il cappello in mano. Egli ha in mente di chiedere perché gli “spetta”, non perché immotivatamente “vuole”.
Per una regione meridionale è decisamente una grande novità di cultura politica e istituzionale. Dalla quale, del resto, dipenderanno strettamente anche i ritmi dei processi di sviluppo del territorio campano.