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Buongiorno

12.08.2018 - Buongiorno Irpinia

Provincia e Regione: è già campagna elettorale

Buongiorno, Irpinia.
A ottobre si vota per la Provincia, tra meno di due anni per la Regione. Il primo appuntamento vedrà impegnati soltanto i consiglieri comunali irpini: una campagna elettorale soft, tra gli addetti ai lavori, praticamente roba giocata a tavolino, senza alcuna eco esterna, ma in qualche misura propedeutica alle grandi manovre delle regionali 2020.

Per la Provincia si dà per scontata la ricandidatura dell’attuale presidente Mimmo Gambacorta. Il sindaco di Ariano ha lavorato bene, la sua riproposizione da parte del centrodestra appare decisamente doverosa. D’altronde, si tratta di un nome autorevole, forse l’unico di quel versante politico in grado di riconquistare Palazzo Caracciolo, anche perché aiutato dalle indagabili lacerazioni interne al Partito Democratico.

A meno di improbabili ricuciture nel breve tempo che separa dalla consultazione di ottobre, infatti, il Pd non sembra nelle condizioni di proporre una candidatura unitaria in grado di ottenere, per di più, l’avallo di Ciriaco De Mita che può ancora contare su un discreto seguito in una ventina di comuni.

Circola in questi giorni la voce della disponibilità di Rosanna Repole a tentare il ritorno a Palazzo Caracciolo. La sua esposizione nella corrente di Del Basso de Caro, però, potrebbe farle venir meno l’appoggio della cordata D’Amelio-Festa-Iannace-D’Agostino che ha eletto Di Guglielmo alla segreteria provinciale. E certamente l’ex sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi non avrebbe il sostegno dei demitiani, ormai suoi nemici giurati.

Un nome che avrebbe potuto avere qualche chance di successo era quello di Nello Pizza. La sua decisione di aderire al gruppo dei Popolari nel Consiglio comunale di Avellino ha fornito un alibi formidabile a chi, come Gianluca Festa, non ha voluto riconoscerlo nemmeno come capogruppo della coalizione uscita sconfitta dal voto del 24 giugno.

Chiaramente, fuorigioco in questa partita sono i Cinque Stelle: la loro rappresentanza consiliare, quindi elettorale, si ferma in sostanza al Comune capoluogo. Almeno per ora, e se il modello istituzionale delle Province dovesse restare quello che abbiamo, i pentastellati non avrebbero alcuna possibilità di eleggere un loro presidente.

Non sono state ancora scoperte le carte per le regionali 2020, anche se la campagna elettorale, almeno quella del Governatore De Luca, è già cominciata da tempo. Lo scenario che si prospetta è tra i più confusi dell’ultimo ventennio. L’incognita è rappresentata di sicuro dalla consistenza reale dei 5 Stelle, ovvero dalla loro capacità di tenuta rispetto alle politiche del 4 marzo. Ma anche da de Magistris: non è un mistero che il sindaco di Napoli punti a prendere il posto di De Luca a Palazzo Santa Lucia. E non è affatto peregrina l’ipotesi di un accordo proprio con i 5 Stelle, che lo appoggerebbero nella corsa alla Regione avendone in cambio il sostegno per tentare la conquista del Comune di Napoli.

Qui, però, siamo decisamente ancora nel mare aperto delle supposizioni allo stato puro. Per di più, senza nemmeno poter tentare d’indovinare quale sarà la rotta del Partito Democratico, specie dopo la sortita di alcuni esponenti del Pd napoletano che contestano la riproposizione di De Luca.

Naturalmente, tutto sarà comunque condizionato dall’evoluzione del quadro politico nazionale. Reggerà, per quanto tempo e con quali risultati il governo M5S-Lega? Il suo eventuale consolidamento inciderebbe non poco anche sugli attuali equilibri regionali e locali: il trasformismo politico degli addetti ai lavori è nella tradizione italiana. Se, viceversa, le nubi che avvolgono oggi i rapporti tra Salvini e Di Maio dovessero degenerare in tempesta, tutto si rimetterebbe in discussione. Compresa una miracolosa rinascita del Partito Democratico.