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Buongiorno

17.06.2018 - Buongiorno Campania

Sanità e Edilizia: la Campania guida la classifica della corruzione

Con un ottimo servizio di Daniela De Crescenzo, “Il Mattino” di ieri ha dedicato un’intera pagina alla ricerca del professor Rocco Sciarrone (Università di Torino) pubblicata nel volume “Politica e corruzione: partiti e reti di affari da tangentopoli ad oggi”, edito da Donzelli.

In estrema sintesi, come rileva la collega De Crescenzo, è che da tangentopoli in poi la corruzione in Italia è tutt’altro che diminuita. La novità, piuttosto, è che prima dell’era del “mariuolo” Mario Chiesa si corrompeva più al Nord che al Sud; dopo Mani Pulite le parti si sono invertite: è il Sud che detiene il primato. E tra le regioni meridionali la Campania è sul “podio” più alto. Seguono Lombardia, Sicilia, Puglia e Calabria.

Lo studio di Sciarrone è particolarmente attendibile perché si riferisce al numero di condanne, per reati di corruzione, già passate al vaglio della Cassazione. Niente ombre di giustizialismo, dunque: siamo alle verità processuali provate fino all’ultimo grado di giudizio.

Ancora un dato statistico: i comparti della Campania maggiormente esposti al rischio di corruzione sono la Sanità e l’Edilizia. Invero, non si tratta d’una sorpresa. Chi segue le cronache giudiziarie ha cognizione dell’elevatissimo numero di procedimenti a carico di amministratori pubblici per ipotesi di corruzione proprio in quei due settori.

Ciò che sorprende, invece, è che a fronte del vertiginoso aumento delle pratiche corruttive, in parallelo alle quali viaggia a velocità sostenuta anche il fenomeno del voto di scambio, non si registra in politica un’adeguata attenzione per la questione morale. Anzi, quando se ne parla, si ha la sensazione che i rappresentanti d’ogni ordine e grado delle forze politiche accolgano il tema con grande fastidio, per lo più rinviando a tesi garantiste decisamente poco persuasive. Né serve a far cambiare idea agli irriducibili la realtà di movimenti politici, i Cinque Stelle innanzitutto, che traggono parte rilevante del consenso proprio dall’intransigenza sull’etica quale valore fondante della politica.

Ma tant’è. Tra i tanti “smarrimenti” che caratterizzano la crisi – ad esempio – del Partito Democratico, c’è anche quello della sintonia con la realtà. E ciò spiega molte cose, a cominciare dai circa sette milioni di voti “smarriti”, appunto, alle scorse politiche.