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Buongiorno

14.09.2017 - Buongiorno Irpinia

Stefano Montuori, “vittima” della camorra e della cattiva Giustizia

Buongiorno, Irpinia.
Sul quotidiano “Il Mattino” di ieri, il bravissimo collega Gianni Colucci ha ricordato l’attentato al Procuratore Antonio Gagliardi avvenuto il 13 settembre del 1982 sulla statale Appia tra Monteforte e Avellino. Retour ligne automatique
Ho memoria di quel gravissimo episodio per averlo seguito, all’epoca, assieme ad altri colleghi del quotidiano napoletano e di altri giornali.

Sono rimasto amaramente sorpreso, leggendo l’articolo di Colucci, per la vicenda giudiziaria e umana di Stefano Montuori, l’autista di Gagliardi che solo miracolosamente, come il Procuratore, sfuggì alla morte in quell’auto blindata raggiunta da circa cento colpi di mitra esplosi dal commando camorristico da distanza ravvicinatissima.

Ho appreso, dal “pezzo” di Colucci appunto, che Stefano Montuori combatte per la vita in un letto dell’ospedale “Moscati” di Avellino. E che tuttora è lucidamente angosciato per il mancato riconoscimento, dopo oltre tre decenni, dello status di vittima della criminalità organizzata. Ha vinto un ricorso al Tar, ma il giudizio pende dalla notte dei tempi davanti al Consiglio di Stato grazie ai continui rinvii che il Ministero degli Interni riesce ad ottenere. Un paradosso inaccettabile: lo Stato contro un fedele e coraggioso servitore dello Stato. Lo Stato che con i soldi dei contribuenti paga la sua avvocatura, la quale se la prende con estrema comodità, e che resta insensibile di fronte ad un uomo delle forze dell’ordine, scampato alla morte mentre era in servizio, e che di tasca propria deve continuare a pagare i legali dopo aver già avuto ragione nel primo grado di giudizio.

Ma che giustizia è questa! E perché mai tanti politici e tanta gente delle istituzioni, che quasi sempre straparlano a sproposito sui massimi sistemi delle colossali cazzate, non dicono una parola, una sola sul caso Montuori?