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Varia Umanità

20.12.2023

AliMenti: Disturbi Alimentari e multidisciplinarietà presso l’Università Vanvitelli

di Francesca Finelli*

Per milioni di giovani nel mondo, il corpo e il cibo si sono trasformati in un’ossessione, tant’è che i Disturbi Alimentare costituiscono ormai una vera e propria epidemia sociale. I disturbi della condotta alimentare sono sempre stati considerati una patologia specificamente adolescenziale. Circa due milioni i casi, con un’età di insorgenza che si abbassa sempre di più, con un esordio già a 11 anni e in alcuni casi, addirittura in bambine di soli 8 anni. L’età di esordio più frequente per anoressia e bulimia,è tra i 15 e i 25 anni, anche se sono appunto in aumento dei casi dai 10 anni, subito dopo il lockdown. Si tratta di una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani e sono gravati da un rischio significativo di mortalità. Ogni anno nella popolazione femminile della Campania si registrano circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 nuovi casi di bulimia nervosa. Rifiuto del cibo o, al contrario, grandi abbuffate restano i problemi più frequenti. Su questa delicata tematica si è focalizzato il corso di aggiornamento: “AliMenti approcci multidisciplinari ai Disturbi del Comportamento Alimentare”, svolto il 16 Dicembre presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, rivolto non solo ai studenti ma anche a docenti e genitori. Evento organizzato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche e in particolare dalla Prof.ssa Saverina Pacifico, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana e dalla Prof.ssa Simona Piccolella in collaborazione con l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani Sezione di Caserta. L’evento ha visto alternarsi, le relazioni della Prof.ssa Stefania Cella, Responsabile dell’Osservatorio sui Disturbi Alimentari, Università Luigi Vanvitelli, della Dott.ssa Francesca Finelli, Biologa Nutrizionista, esperta in Disturbi del Comportamento Alimentare, della Dott.ssa Annalisa Giordano, Biologa Nutrizionista, della Dott.ssa Carmela Iodice, Responsabile Farmacia Ds13 e Farmacia PO San Felice, Asl Caserta e in fine della Dott.ssa Anna Dello Stritto, Direttore UOC Farmacia AORN S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, in un dialogo, tra le diverse figure professionali, dall’ alto contenuto scientifico e accademico, stimolando nel pubblico domande e profondi punti di riflessione. E’ emerso che l’adolescenza, costituisce un periodo di riorganizzazione fondamentale della struttura di personalità e si caratterizza come fase di cambiamento sotto diversi aspetti: ad esempio, la pubertà e le trasformazioni del corpo che ne conseguono, necessitano di un tempo necessario per integrare a livello psichico il “nuovo” corpo. E’, quindi, una fase della vita in cui i precedenti equilibri, che a volte possono essere precari, si spezzano quasi improvvisamente e lasciano all’adolescente il compito di ritrovare sé stesso recuperando i pezzi della propria identità e mettendoli insieme in un modo nuovo e diverso. Nel tentativo di esprimere sé stesso e il proprio corpo, può accadere che l’adolescente si trovi a manifestare, proprio attraverso il corpo, un controllo su quei bisogni e quelle emozioni, sentiti come eccessivi e caotici. E’ in questo momento e periodo di “crescita”, nel quale l’adolescente si misura con se stesso e con le sue nuove potenzialità, che può prendere forma un’alterazione della condotta alimentare. Inoltre vanno considerati anche quegli aspetti socio-culturali dominanti nel mondo occidentale che propongono immagini femminili stereotipate, attraverso i mass media, vincolate ad una magrezza estrema, trascurando la sana alimentazione e il rapporto con se stessi. Ecco che il ruolo della famiglia come della scuola, assumono una importante funzione, specialmente di prevenzione, anche per l’obesità infantile. L’aumento dell’obesità infantile costituisce esso stesso un fattore di rischio per lo sviluppo precoce di un DCA. In conclusione, è quindi molto importante formare figure professionali altamente qualificate nella presa in carico di un “paziente così fragile “e promuovere eventi di sensibilizzazione per questa patologia alimentare, che se sviluppata in un periodo critico come l’adolescenza, tende a cronicizzarsi velocemente, diventando l’unica via per il controllo di sé stessi e del proprio corpo, nonché unico modo per stare al mondo e nel mondo senza angoscia e sofferenza.

*Biologa Nutrizionista, Sp. in Scienza dell’Alimentazione