23.12.2022
Intervistato da Francesco Bechis per Il Mattino, il costituzionalista Paolo Maddalena ha smontato pezzo per pezzo la bozza di riforma dell’Autonomia immaginata dal ministro leghista Roberto Calderoli, dimostrando che se passasse un disegno di legge siffatto il Paese ne uscirebbe spaccato e il Sud Italia ulteriormente penalizzato e mortificato.
L’ex vice-presidente della Consulta afferma che, a differenza di quanto si sostenga, non solo dal fronte Lega, l’ipotesi di riforma Calderoli non attua la Costituzione ma la viola. E cita in particolare l’articolo 5 e il principio di indivisibilità della Repubblica: "La bozza - riflette - permette alle Regioni di rivendicare un potere esclusivo in contrasto sia con lo Stato che con le altre Regioni, specie le più deboli". In particolare, aggiunge, "Già nel modus operandi questa riforma risolve tutto in un rapporto bilaterale tra governo e Regioni. Il Parlamento non entra nemmeno nel dibattito, si limita ad approvare intese blindate".
Non solo. Entrando nel merito, rispetto alle rassicurazioni della Lega, secondo cui la riforma non penalizza affatto il Sud, ma lo responsabilizza, il Professore smentisce e osserva: "L’articolo 3 della Carta parla chiaro quando sostiene che la Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale. Bisogna, cioè, creare i presupposti della responsabilità. Inutile gridare Pedala se manca la bicicletta".
Altro punto molto significativo è la discussione sui Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), un nodo che sembrava superato con l’impegno di Calderoli di declinarli nel giro di pochi mesi, ma senza rivelare secondo quale criterio. Dice il Professor Maddalena: "Già parlare di prestazioni essenziali, invece che uniformi, dà il senso di un minimo comune denominatore che tradisce il principio di eguaglianza in Costituzione. Senza contare la possibilità di definire le prestazioni sulla base della spesa storica". Ovvero, proprio con il criterio che fin qui ha penalizzato le Regioni del Sud, e la Campania in modo particolare, per i motivi più volti gridati nel deserto dal governatore De Luca. Un criterio che l’ex vice-presidente della Consulta definisce "falsante", che "àncora i territori alle loro diseguaglianze socio-economiche". Sicché "Se un piccolo paese come Afragola, ad esempio, non ha alcun asilo nido, continuerà a non averne in futuro".
Insomma, ce n’è abbastanza perché, con buona pace di Calderoli e di tutta la Lega, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, colga questa occasione per dimostrare con i fatti che nella sua idea Nazione, come ama chiamare l’Italia, non c’è spazio per discriminazioni di qualsiasi natura tra Nord, Centro e Sud (Leggi pure: rischio modello "porcate" Calderoli).