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Buongiorno

30.06.2017 - Buongiorno Irpinia

Benvenuto a Monsignor Aiello, vescovo di Avellino

Buongiorno, Irpinia. È il giorno dell’insediamento del nuovo vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello.
C’è attesa ed emozione nel popolo della diocesi. E si spiega. La Chiesa, paradossalmente anche per i non credenti, è rimasta un punto di riferimento imprescindibile in un tempo in cui i “valori” si sono affievoliti, quando non siano stati del tutto dispersi.

Oltre tutto, ascoltare Papa Francesco è diventato un balsamo per l’anima. Non ci promette la vita eterna: non potrebbe farlo e tanti di noi – sicuramente gli atei – non ci crederebbero a prescindere. Epperò Egli dice le cose che noi vorremmo sentire, ad esempio, dalla politica. Che pure le dice, ma nessuno più ci crede. Dette da Francesco, hanno invece un suono diverso. Sono credibili. Sia quando parla dei poveri e invita all’altruismo, ad evitare gli sprechi, a solidarizzare. Sia quando denuncia lo sfruttamento dei lavoratori e il dramma della disoccupazione giovanile.
Lo fanno anche i sindacati. E’ il loro mestiere. Ed è questo il punto: si percepisce che ormai lo fanno “per mestiere”, senza più la tensione ideale e l’anelito di giustizia che non scendono a compromessi, e che mai sono corruttibili.

Raccontano che Monsignor Aiello sia un vescovo molto “francescano”, sia nel senso del Santo di Assisi che del nostro Papa. Umile ma anche determinato nella sua missione. E’ originario di Vico Equense, fu ordinato vescovo nel 2006 ed ha 62 anni. Le povertà, i disagi sociali, le diseguaglianze sono le priorità cui intende porre maggiore attenzione anche nella sua nuova diocesi, nel solco delle precedenti esperienze di prelato e di parroco, come ha ripetuto in un’intervista rilasciata a Telenostra (l’emittente trasmetterà in diretta l’evento di insediamento, unitamente alla gemella Prima Tivvù).

C’è da sperare in una incisiva presenza di Monsignor Aiello nella realtà del capoluogo irpino e del suo hinterland. Altre volte, nella storia avellinese, la Chiesa ha saputo far sentire alta e forte la propria voce, pur nel rigoroso rispetto delle istituzioni civili e della sfera squisitamente politica. Viviamo una stagione di profonda crisi politica, economica e sociale, oltre che spirituale. Non sarà un compito facile, nemmeno per un vescovo di sicura buona volontà, aprire le menti ed i cuori di “chi può”.

A maggior ragione, Monsignor Aiello, benvenuto e tanti auguri.