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Buongiorno

24.04.2018 - Buongiorno Irpinia

Bullismo avellinese: quella volta che 4 studenti del “Colletta” fecero “morire” un Prof

Bullismo in classe. È della scorsa settimana l’ultimo caso eclatante che ha guadagnato le prime pagine delle cronache nazionali. Ricordiamolo in breve.

In un Istituto Tecnico Commerciale di Lucca, uno studente si è concesso la libertà di coprire d’insulti un professore che gli aveva dato un voto non gradito a seguito dell’interrogazione. Non pago delle offese verbali, il giovanotto ha indossato il casco da motociclista mimando la testata sul viso del prof, quindi gli ha intimato di inginocchiarsi, di chiedere perdono e di cambiargli il voto sul registro.

Chiunque abbia visto quel video non ha potuto non provare orrore: difficile immaginare che un ragazzo di 16-17 anni possa ostentare tanto cinismo, per di più incoraggiato a non fermarsi da alcuni compagni di classe tra cori di approvazione e bestemmie.

Come sapete, l’episodio ha prodotto sul piano scolastico provvedimenti disciplinari doverosamente molto rigorosi ed è attualmente al vaglio della magistratura inquirente.

Un fatto gravissimo, va senza dire, non isolato e soprattutto niente affatto nuovo. Il bullismo a scuola esiste praticamente da sempre. Il problema è che sono cambiati i modi in cui si manifesta. E onestamente non saprei dire se quello di oggi sia più “violento” di quello di ieri e viceversa.

Forse ieri – dieci, venti, trenta anni fa e ancora indietro nel tempo – più che di “violenza bullista” si trattava, piuttosto, di “goliardia violenta”. Anche qui, in ogni caso, non mi ergerei a giudice per sentenziare quale delle due forme possa essere definita più esecrabile. Credo, invece, che a fare la differenza sostanziale siano i comportamenti successivi dei giovani “boia”.

Proprio di recente, ho avuto ospite della mia trasmissione televisiva “Persone” (potete trovare su questo Blog la registrazione di tutte le puntate) un ex studente “discolo”, se posso chiamarlo così, diventato poi uno stimatissimo medico e appassionato “combattente” di battaglie a difesa dell’ambiente: il suo nome è Franco Mazza.

Nel corso dell’intervista, l’ex studente del “Colletta” di Avellino ha ricordato un episodio di cui fu protagonista assieme a tre compagni di classe (anch’essi – oggi – affermati professionisti) e che fece molto scalpore prima sulla stampa locale e poi in Tribunale. In breve, il dottor Mazza e colleghi affissero nottetempo sui cancelli della scuola diversi manifesti funebri che annunciavano la scomparsa di un loro professore. Uno scherzo macabro, decisamente di pessimo gusto, che il capo della redazione avellinese del quotidiano “Roma”, Fausto Grimaldi, commentò duramente sotto il titolo impietoso ma dovuto: “Deficienza o cattiveria?”.

Ecco, io credo che i quattro ragazzi non fossero né deficienti né cattivi, come ebbero modo di dimostrare pentendosi amaramente e sinceramente per quel gesto inconsulto, una goliardata priva di pensiero.

Pentimento sincero e invocazione altrettanto sincera del perdono, al di là della giusta pena se la magistratura dovesse individuare e dimostrare, per l’episodio di Lucca, comportamenti penalmente rilevanti: ecco cosa ci vorrebbe per archiviare anche nel cuore e nella mente di questi giovani intemperanze che sarebbe poco definire incivili.