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La Siringa

di Mila Martinetti

12.12.2022

Corruzione nel Parlamento europeo: la maledizione di chiamarsi... Eva

La cornice ipotizzata dai magistrati di Bruxelles è un sistema di corruzione, fatto di mazzette molto generose, di regali importanti e di riciclaggio di danaro: il tutto proveniente dal Qatar e dal Marocco, con la finalità di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo, corrompendo persone che nella istituzione hanno una posizione strategica significativa.
Dentro questa cornice, la notizia di sei arresti, tra i quali spicca la figura di uno dei 14 vicepresidenti del Parlamento: Eva Kaili, 44 anni, donna bellissima, nazionalità greca, ex giornalista, eurodeputata del Partito socialista. In casa sua sono stati trovati sacchi pieni zeppi di banconote. L’Onorevole vicepresidente non ha potuto fruire dell’immunità parlamentare perché, a causa del padre che stava scappando con una valigia piena di danaro, è stata di fatto sorpresa in flagranza di reato durante l’operazione della Polizia belga.
Cosa dire? Buttiamola sull’ironia spicciola. Dal Paradiso terrestre ad oggi, niente di nuovo sotto il cielo: non fu forse un’altra Eva, la prima al mondo, a farsi corrompere dal Diavolo? Certo: altro è un morso di mela, altro sono sacchi di banconote di diabolica provenienza. Ma la Giustizia è Giustizia: non rileva se amministrata dal Padreterno o da comunissimi mortali.