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Buongiorno

23.10.2020 - Buongiorno Irpinia

Egregio signor sindaco di Avellino, il tempo del Covid è tempo di serietà

- di FRANCO GENZALE -

Il sindaco di Avellino ha deciso di vestire i panni dell’Anti-De Luca. Invero non è una decisione di oggi. Risale alla campagna elettorale delle “sue” comunali. La strategia era chiara: il Pd aveva scelto un candidato sindaco diverso da lui; lo aveva fatto con l’avallo del segretario regionale Annunziata, uomo del governatore; alzare il tiro della polemica contro De Luca, senza fermarsi ai locali, gli avrebbe dato maggiore visibilità, lo avrebbe fatto apparire il ribelle nei confronti del politico più potente della Campania. Per di più, la parte della vittima ci stava tutta. Insomma, una mossa intelligente per guadagnare consensi in una larga fetta di elettori indecisi.

Una mossa intelligente ma per niente originale. Il sindaco non aveva fatto altro che ispirarsi ad un classico della letteratura politica: scegliersi l’avversario forte per conferire maggiore prestigio al proprio ruolo, apparire, impressionare, farsi notare.

Fatte le dovute proporzioni, ancorché in un contesto diverso, in Irpinia aveva già usato la stessa strategia Gianfranco Rotondi alcuni decenni prima. Si era dato il ruolo di Anti-De Mita quando Ciriaco era potentissimo, Capo della Dc nazionale e Padrone Assoluto di quella irpina. E la cosa funzionò a perfezione: la guerra all’ex leader democristiano segnò di fatto l’inizio concreto di una carriera politica culminata con la carica di ministro in uno dei governi Berlusconi.

Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ha vestito una seconda volta i panni dell’Anti-De Luca all’inizio di quest’anno, quando si cominciò a parlare di elezioni regionali e candidature. Giù a testa bassa contro il governatore, dichiarazioni di fuoco per sottolineare la necessità di “superare” De Luca, endorsement quotidiani a sostegno della candidatura Costa proposta dai 5Stelle.

La terza volta è stata dopo il lockdown: memorabile lo show della movida – con tanto di assembramenti al canto di “Chi non salta pisciaiuolo è!” – che fece guadagnare alla città capoluogo le luci d’una ribalta nazionale decisamente imbarazzante.

Saltiamo le sortite “minori”, ed arriviamo all’altro ieri. Festa indossa di nuovo i panni dell’Anti-De Luca: contesta il divieto degli spostamenti interprovinciali in assenza d’una comprovata necessità, bolla il coprifuoco come boicottaggio delle attività commerciali, un danno enorme per la città. Tutte stoccate condite di ironia e sarcasmo (si vieta la mobilità perché “Forse De Luca preferisce combattere la pandemia restando a Salerno”) che possono anche strappare l’applauso della claque e divertire, ma che tradiscono uno stile istituzionale tollerabile in tempi di ordinaria normalità, non certo quando sulla Campania, come su gran parte del Paese, incombe un clima d’angoscia paragonabile soltanto a quello dei bombardamenti dell’ultima Guerra.

Eccoci al punto. Il Signor Gianluca Festa è libero di pensarla come meglio crede sul Covid, sulla movida, sulle misure restrittive, e soprattutto su De Luca. Cavoli suoi. Il problema è che quando non si limita a pensare ma dice ciò che pensa, sarebbe cosa buona e giusta ricordarsi che parla da sindaco, per di più della città capoluogo: circostanza che carica di valenza istituzionale e pubblica ogni sostantivo, ogni aggettivo, ogni punto e perfino ogni virgola. E attenzione: non è soltanto una questione di forma, ma anche e soprattutto di sostanza, specie in un contesto di straordinaria drammaticità come quello che stiamo vivendo.

Ci sarà un tempo – quando tutto tornerà normale – in cui il sindaco di Avellino potrà fare la guerra a tutti i De Luca che desidera, con tutte le armi che vuole, convenzionali e non, senza che i suoi show possano incidere sull’efficacia dell’intensa azione istituzionale che l’emergenza Covid oggi richiede.

Quello attuale, invece, è il tempo dei corretti rapporti tra le istituzioni per realizzare il massimo di collaborazione funzionale al contenimento dei contagi e alla migliore assistenza possibile per chi è in difficoltà. Quello attuale è il tempo della serietà.