21.06.2021
Il segretario nazionale del Pd per “nomina ricevuta”, Enrico Letta, continua imperterrito a vestire i panni del “Che Guevara de noantri”. Ed ha deciso che la rivoluzione, nella politica italiana, va fatta contro il Pericolo del Popolo Numero Uno, individuato nondimeno in Vincenzo De Luca, eletto presidente della Campania – guarda caso – con ben il 70 per cento da quello stesso Popolo i cui umori democratici e civili il Professor Letta s’arroga oggi il diritto d’interpretare e rappresentare.
L’ultima azione rivoluzionaria del “Che Enrico” è l’arringa difensiva, naturalmente anti-De Luca, a sostegno di Roberto Saviano. Il Presidente della Campania sarebbe reo, secondo il Tribunale del Popolo presieduto dal Giudice Letta, di aver proibito (cosa falsa!) la partecipazione di Saviano ad un convegno politico inserito abusivamente (cosa vera!) nel programma del 69esimo Festival di Ravello da Scurati, presidente del Cda della Fondazione Ravello. A niente sono valse le garbate, motivate e documentate spiegazioni al riguardo fornite dal Cda della Fondazione, ovvero che il Festival di Ravello è storicamente e per statuto una Rassegna di Musica e non di Politica, e che quindi Scurati aveva assunto una decisione che non poteva assumere. Niente da fare: al Professor Letta non è sembrato vero di poter imbracciare ancora una volta bandiera e carabina per sparare – lui ex democristiano “osservante” – proprio contro De Luca, manco a farlo apposta, ex comunista “fervente”.
Si potrebbe essere tentati di ascrivere il gesto di Letta a chissà quale nuovo Manifesto del “Che”. Invece, l’unica cosa vera che “C’è” in questa storia è il vecchio rancore che l’attuale segretario del Pd nutre per De Luca dai tempi in cui – troppo “sereno” e politicamente molto poco “sveglio” – fu sfrattato da Palazzo Chigi. La colpa di De Luca è che all’epoca era vicino alle posizioni del segretario Pd Matteo Renzi? Ma chi non lo era, allora, a cominciare proprio da Letta, Bettini e compagnia cantando?
Si abbia almeno il coraggio di raccontare i fatti per come realmente sono! Soprattutto, si abbia il pudore di non atteggiarsi a rivoluzionari duri e puri tanto al chilo. Il “Che” era una “cosa” Seria, Alta e Nobile: per favore, non ne offendiamo la memoria!