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Buongiorno

29.01.2018 - Buongiorno Irpinia

Famiglietti e Paris, le “divergenze parallele”

Buongiorno, Irpinia.
La cronaca politica essenziale è la seguente.
I deputati uscenti del Pd Luigi Famiglietti e Valentina Paris sono stati ricandidati. Ma da “ufficiali” che erano, in senso militare, sono stati degradati a “soldati semplici”.

Il primo, ch’era sicuro di ottenere il posto di capolista nel proporzionale Camera, quindi elezione sicura, si è dovuto accontentare di un terzo posto nel proporzionale Senato, elezione altamente improbabile, e soltanto per una caritatevole concessione di Renzi in zona Cesarini ha ottenuto anche la candidatura nell’uninominale Senato, impresa non impossibile ma molto difficile.

L’altra deputata uscente, che pure ambiva ad una posizione blindata, è finita addirittura al quarto posto del proporzionale Camera. È vero che davanti a lei ci sono candidati che corrono anche in altre circoscrizioni e che, dunque, con il gioco delle opzioni, potrebbero in teoria farle guadagnare il seggio. Realisticamente, però, il calcolo combinatorio, reso ancora più vincolante dalla nuova legge elettorale, non pare orientato a suo favore. Mai dire mai, comunque.

Le vicende parallele di Famiglietti e Paris hanno sorpreso un po’ tutti.
Il deputato di Frigento, infatti, è uno degli ex giovani del Big Bang, i cosiddetti “renziani della prima ora”. Se non ha potuto godere della protezione totale del suo leader può significare tante cose. La più benevola è che non rientra nell’elenco dei “colonnelli” di Renzi, come Famiglietti aveva lasciato credere. La più malevola è che sul campo, sempre difficile, della politica non ha dimostrato al suo generale di possedere i requisiti minimi per mantenere i gradi di colonnello.

Anche Valentina Paris partiva avvantaggiata. Dopo il suo ingresso in Parlamento, sostenuto in modo particolare dall’attuale presidente del Pd ed ex capo dei “Giovani Turchi”, Matteo Orfini, ha avuto l’onore e l’onere di far parte della segreteria nazionale dem con la responsabilità degli Enti Locali, uno dei settori più delicati ed importanti della organizzazione del partito. Nella seconda fase della leadership di Renzi, dalla segreteria è scesa nella direzione: un corposo gradino più sotto, ma pur sempre un ruolo politico importante.

Anche per la Paris vale ciò che si diceva per Famiglietti: non ha potuto godere della protezione totale del suo riferimento Orfini perché, evidentemente, non è stata all’altezza del compito, o comunque non ha curato il rapporto con l’elettorato in misura e in modo adeguati.

A differenza di Famiglietti, Valentina Paris non ha ottenuto, anche perché non aveva voluto, forse per paura di misurarsi, la seconda chance di un collegio uninominale. Ha commesso un errore quando ha declinato l’invito a correre nell’uninominale e un errore doppio quando, una volta tagliata fuori dai posti blindati, non ha accettato, come Famiglietti, la sfida di lanciarsi nella battaglia senza paracadute.

Queste divergenze parallele possono determinare, il 4 marzo, la continuazione o la fine dell’esperienza parlamentare di Famiglietti e Paris.