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Buongiorno

24.03.2019 - Buongiorno Irpinia

Il Comune di Avellino non può e non deve “fallire” per ragioni politiche strumentali

Se le cose stanno davvero come raccontano le indiscrezioni trapelate dal municipio di Avellino, martedì il commissario Giuseppe Priolo annuncerà ufficialmente che la decisione della sua reggenza è di dichiarare il pre-dissesto del Comune capoluogo.

Nessuno può escludere altre soluzioni. In questa vicenda la logica dei numeri è stata spesso inquinata dalla logica (o illogica) della politica. Da qui sono nate non poche contraddizioni. E, soprattutto, sono emersi contrasti tra chi sostiene l’ineluttabilità del dissesto e chi, più ottimisticamente, continua a dire che la misura del pre-dissesto è una terapia più che sufficiente per rimettere in salute un paziente che di certo è malconciato.

La prima soluzione, come è noto, è caldeggiata dai 5 Stelle. L’ex Amministrazione Ciampi addirittura formalizzò la proposta di dissesto attraverso una delibera. Lo scioglimento anticipato del Consiglio non ha dato seguito a quell’atto.

Per la seconda soluzione, seppure ufficiosamente, si sono espressi soprattutto gli ex amministratori di maggioranza dell’epoca Foti, oltre al dirigente comunale di diretta competenza, Marotta. Il confronto a distanza di queste due posizioni ha caratterizzato per settimane il dibattito politico-amministrativo. E proprio quando sembrava che si stesse andando vero il dissesto sono fiorite le indiscrezioni circa un diverso orientamento di Priolo e dei sub-commissari Silvana D’Agostino e Franco Ricciardi.

Senza entrare nel merito di una disputa che registra evidenti faziosità di natura politica sull’uno e sull’altro fronte, l’auspicio è che il dissesto venga evitato, naturalmente se ne ricorrano le condizioni. Sarebbe un atto di gravità inaudita, infatti, condannare la città alle conseguenze del “fallimento” per ragioni strumentali di lotta politica.