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Buongiorno

31.07.2019 - Buongiorno Irpinia

Il commissario Pd Aldo Cennamo e l’utopia che serve

Nella sua prima uscita pubblica presso la sede del Pd in via Tagliamento ad Avellino, Aldo Cennamo ha dimostrato grande abilità nell’uso delle note politiche giuste. È troppo presto per dire se il commissario della Federazione, voluto da Zingaretti, riuscirà nell’impresa di ripristinare un clima di cordialità e confronto all’interno del partito, come ha annunciato. Ma pare che la volontà ci sia tutta, e che sia accompagnata da una massiccia dose di entusiasmo. Insomma, ancora non si sa quale musica verrà fuori dallo spartito che egli ha nella testa, però la sensazione è che l’ispirazione – il “sentimento” – sia genuino e forte.

Intanto si registra un dato decisamente incoraggiante: le diverse componenti del Pd concordano sul fatto che Cennamo non ha interessi di parte da difendere e sostenere. E questa è già una notizia “rivoluzionaria”, dopo la devastante esperienza dell’ex commissario David Ermini. Certo, si potrebbe ironizzare sottolineando che chiunque farebbe meglio al confronto con un signore – pensate un po’: l’attuale vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura! – che fu tanto imparziale e bravo da far finire il Pd in Tribunale. Epperò sarebbe ingeneroso nei confronti di Cennamo: lui viene da un’altra Scuola, da un’altra Storia, da un altro Tutto.

Egli ha voluto subito affermare che non è venuto in Irpinia per sbrigare gli affari generali di un “commissaria ad acta”, dove l’atto – detta altrimenti – è un congresso mirato a ridare, semplicemente, gli organi statutari ad un partito ridotto in cenci. Ha detto che intende vestire e onorare, invece, i panni del segretario provinciale pro-tempore. Che è cosa diversa, molto diversa. Perché significa coinvolgere da subito chi ci sta nel processo di ricostruzione del partito, o almeno nel tentativo di ricostruirlo.
Ha detto che lavorerà per favorire il dialogo tra le diverse fazioni del Pd, ma sui temi seri dello sviluppo, sui problemi di grande rilievo come l’autonomia, non sui posti da spartire o sul mantenimento delle rendite di posizione. Ha sfiorato il tetto dell’utopia quando ha auspicato che il Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, e il suo principale avversario alle scorse elezioni, Luca Cipriano, possano confrontarsi sui problemi della città prescindendo dalla reciproca, profondissima disistima. Epperò non è proprio la rinuncia pregiudiziale all’utopia tra le cause principali della banalizzazione della politica?

Insomma, diciamolo: Cennamo ha calato un macigno nel pantano Pd. Più schizzi si alzeranno, tanto più probabile sarà la speranza di avere un partito funzionale agli interessi della comunità irpina.