03.09.2024
“Io sono Giorgia: sono una Donna, sono una Madre, sono Cristiana”.
Spiace dirlo, ma nella prossima edizione della sua autobiografia, per completezza del profilo, Giorgia Meloni dovrà aggiungere al sottotitolo del volume: “E sono anche molto Sfortunata”.
Prendetelo alla lettera: Sfortunata!
Eh sì! Perché non può che definirsi altrimenti una politica, per di più leader di partito e soprattutto Premier, che oltre a dover sopportare due vice – Salvini e Tajani – che non fanno passar giorno senza inscenare un’ammuina, e un (ex) cognato ministro – Lollobrigida – che le procura dispiaceri linguistici tanto al chilo, adesso si vede costretta – poverina sfortunella – a caricarsi sulle spalle anche il mistero buffo del ministro Gennaro Sangiuliano: ovvero il mistero dell’influencer Maria Rosaria Boccia, la quale entra ed esce dal cilindro ministeriale dell’ex direttore del Tg2 senza che si possa sapere a che titolo, tante e tali sono le contraddizioni in cui finora il titolare della Cultura è banalmente caduto, quasi volesse giocare un po’ a nascondino, leggi pure come se volesse nascondere qualcosa la cui natura – biricchinata o quant’altro – prima o poi, statene certi, si saprà fino in fondo.
Si dirà: ma la responsabilità politica, in certa misura come quella penale, è personale. Non è così, nient’affatto così. Questi ministri, ossia almeno i ministri del suo partito, Giorgia se li è scelti senza dover dar conto a nessuno. Ergo, “se il melone è uscito bianco…”.
E allora bisogna correggere un tantino il tiro circa la Sfortuna. Senza ricorrere ad altre metafore, si può parafrasare un altro passaggio della stessa canzone napoletana: “Te so piaciuti, te so piaciuti, tienitilli cari cari”.
Oppure, cara Giorgia, mandali a casa e chi s’è visto s’è visto.