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La Siringa

di Mila Martinetti

28.12.2022

Le primarie PD e l’insostenibile leggerezza (di essere) di Franceschini

Intervista del Corriere della Sera (Maria Teresa Meli) a Dario Franceschini (da una vita “e più” in politica).
Una domanda per tutte sulle primarie del Pd: “Onorevole, anche se lei non lo ha mai dichiarato pubblicamente, si sa che sosterrà la candidatura di Elly Schlein. E in molti si chiedono: perché questa scelta da parte sua?”.
La risposta: “Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina stanno cambiando tutti i punti di riferimento attorno a noi. In Europa, nel rapporto tra Stati e mercati, tra economia e ambiente, tra era digitale e diritti. Solo generazioni nuove possono capire e interpretare veramente questa stagione. Schlein ha 37 anni e tutte le caratteristiche culturali e personali per essere la leader del Pd in questo tempo nuovo. La generazione mia e di Bonaccini ha guidato il partito ai vari livelli dalla fondazione nel 2007 ad oggi e ora è giusto che lasci il passo”.
Cosa dire? Intanto non si può sottacere, almeno stando alle sue parole, la confessione di totale impotenza di Franceschini nel saper “capire e interpretare” il tempo nuovo che stiamo vivendo. Per un politico del suo livello e della sua esperienza è una sottolineatura del tutto sorprendente e, me lo consenta l’ex ministro, anche molto imprudente. Posto, infatti, che “i punti di riferimento attorno a noi” non sono affatto cambiati con la pandemia e con la guerra in Ucraina, ma piuttosto con l’avvento del Digitale e della Sostenibilità, ossia con i due trend tecnologici che almeno da un decennio stanno modificando il sistema dei mercati e i rapporti tra Stati nel mondo, Franceschini altro non ha fatto che riconoscere l’inadeguatezza della sua presenza in politica in un periodo, lungo a dir poco sette anni, durante il quale ha rivestito incarichi di primissimo piano sia nel Pd che in alcuni dei diversi governi che si sono succeduti. Insomma, stando al suo ragionamento, avrebbe dovuto lasciare la scena già da un bel po’ e lo ha fatto.
Va anche aggiunto, al riguardo, che la cosa ancora più grave è che il leader di Area dem associ abusivamente alla sua dichiarata “impotenza” il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: il quale, essendosi candidato alla primarie, deve pensarla in modo diametralmente opposto a quello di Franceschini, ovvero che si sente perfettamente in grado di “capire e interpretare questa stagione”, cosa di cui del resto dà quotidianamente prova gestendo con successo una Regione come l’Emilia-Romagna (la stessa Regione – vale ricordarlo – nella quale proprio la Schlein, nei panni di “vice”, ha avuto Bonaccini come presidente e Maestro).
In ogni caso, e a prescindere, se davvero Franceschini ritiene fondate e sacrosante le cose che ha detto, tutte sintetizzabili in quel suo “è giusto che la generazione mia e di Bonaccini lasci il passo” alla generazione delle Schlein, cosa gli impedisce, per essere coerente e conseguenziale, di farsi da parte? Se, come egli sostiene, la Schlein interpreta a perfezione il “nuovo”, non lo sfiora il dubbio che un padrino di battesimo “vecchio” come lui possa alla fine rovinare la festa a lei?