01.12.2022
In audizione al Senato sulle linee programmatiche del suo ministero, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha detto che “Il Ponte sullo Stretto è un’opera non più rinviabile e di assoluta strategicità per l’Italia e l’Europa nel suo complesso”. Oltre tutto, ha aggiunto, "Senza il Ponte a cosa serve fare l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria oppure velocizzare le linee ferroviarie siciliane?”.
Ora, che il Ponte sia considerata una priorità dalla Lega e da Forza Italia è un punto di vista decisamente legittimo. Discutibile, invece, appare la motivazione che viene enfatizzata dal ministro, e che si può riassumere parafrasando l’indovinata pubblicità “No coffee, No party!”, ovvero “No Ponte, No Alta Velocità!”. Cioè sembrerebbe che Salvini voglia dire che fino ad ora il Treno veloce Salerno-Reggio Calabria non sia stato “concesso” perché inutile dal momento che mancava il Ponte. Quella del capo leghista è in tutta evidenza un’arrampicata estrema sugli specchi. Egli ben sa, infatti, che l’Alta Velocità nel profondo Sud, al pari di tante altre infrastrutture moderne e utilissime, non è ancora arrivata perché qualcuno ha deciso che “certe cose” vanno fatte innanzitutto al Nord, poi al Centro e in ultimo, semmai restasse qualche spicciolo, un’occhiata al Mezzogiorno si potrebbe anche rivolgere.
Tuttavia, non c’è da sorprendersi più di tanto. Il Salvini che politicamente “sragiona” in questo modo è lo stesso Salvini che due giorni fa, ancora a proposito del Ponte sullo Stretto, replicando a chi scioccamente sostiene che quell’opera possa avere un impatto grave sui volatili, con tono decisamente serio ha detto:“Gli uccelli non sono mica scemi: voleranno evitando il Ponte”. Insomma, siamo passati dalla politica berlusconiana delle nipoti di Mubarak a quella salviniana dell’uccello: ergo, “mutatis mutandis”, nella sostanza non è cambiato niente!