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Varia Umanità

01.10.2022

PAESE MIO / Atripalda - Suona, pianino

di Gabriele Meoli

Note musicali un po’ tremule, s’udivano a volte da strade del Paese; e si avvicinavano, recando il motivo di canzoni d’amore.

Poi finalmente, appariva un carrettino con sopra un grosso “strumento” che sapeva di magia, poiché suonava “da solo”.

Una giovane donna vi camminava a lato, portando uno strano contenitore, pieno di molti e ben allineati foglietti colorati, su cui erano scritti vari numeri.

Lei se ne andava tutt’intorno, vendendo per pochi soldi la Fortuna.

Un piccolo pappagallo verde, affacciandosi da una gabbietta, si guadagnava da vivere : prendeva abilmente col suo beccuccio uno di quei foglietti consegnato al compratore insieme alla speranza di poter vincere la giocata suggeritagli. Intanto l’organino continuava a suonare, portato a “ spasso” per le strade di Atripalda.

Ripeteva noti motivi di canzoni e incantava i passanti, fiduciosi di una vincita su scelta del bravo pappagallino.

Poi si allontanava; e sempre più deboli continuavano per un po’ ad udirsi i graditi motivi che dispensavano emozioni, sino a scomparire per non più ritornare, se non in rare altre occasioni.

Era quello, in Paese, un momento che regalava sogni, con solo un bacio di signora Fortuna, rievocando anche piacevoli aspettative d’altri tempi; ma anche, poi, inevitabilmente svaniva, così come è scomparsa anche quell’usanza della periodica visita del “pianino”.

Resta soltanto il ricordo annebbiato di (non sempre esatte) parole di vecchie canzoni : “È tornato il pianino in città, ogni bella intorno vi sta e ripete quel vecchio motivo d’un tempo giulivo, di un tempo che fu…” “Organino, suona, suona! La canzone che sai tu. Passa il tempo, tutto muore, ma il mio amore non muore mai più”