25.11.2021
Notte incantata
notte di gelsomini rampicanti
verso il cielo stellato.
Questa notte la Toscana
mi aspettava sul balcone
tra vecchi cocci
fioriti di verbene
per inondarmi di stupore.
Aria di nebbia che trascolora
paesaggi dipinti su pale d’altare
cipressi svettanti
nel verde cangiante dei colli.
Non so se sono felice:
non ho il dono di guardare in me stessa
e leggervi con chiarezza.
Tutto quello che so
è che ho già nostalgia
del cielo del Valdarno
dei merli del torrino
del giglio di stagnola
che al mattino mi saluta
dai tetti del palazzo comunale.
Nel fondo dei miei occhi
io so che tu resterai
terra mia di elezione–
a cantare l’eterna canzone della vita,
canzone dell’amore,
La fragranza dei tigli
può stordire un passerotto.
che vola via lontano
senza guardarsi indietro,
perché non ha bisogno di vedere
chi è scolpito nel suo cuore.
Poesia dalla breve vita,
domani ti strapperò.
Ancora non so
se hai il diritto di vivere.
Perdonami. Tu sai bene
che il torto più grande
lo sto facendo a me stessa.
Un giorno forse tornerò a te.
Almeno oggi – ti prego –
lasciamelo credere.
Per favore, non spegnere la luce.
La luce del tramonto:
l’ultima festa del giorno.
Presto sarà penombra
e potrò nascondere il dolore e l’amore
dei miei occhi…
Vecchi tetti di Toscana,
tegole rosse che il buio trasfigura,
mentre la pietra serena
si sgretola tra le dita di un passante
che si rammarica di averla sfiorata…