13.01.2022
Intervista del Corriere Della Sera a Pierluigi Bersani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna, più volte ministro, ex parlamentare europeo, deputato dal 2006, segretario nazionale del Partito Democratico dal 2009 al 2013, tra i fondatori di Articolo Uno dopo l’addio al Pd.
Una delle domande: “Lei pensa ad un nuovo partito?”.
La risposta: “Un nuovo partitone come nuovo Pd andrebbe benissimo. E se non ci si riesce serve qualcosa di nuovo, come fu con l’Ulivo. Meno di un partito ma più di un’alleanza. La risposta però tocca a loro. Al Pd.”.
Io adoro Bersani: è stato un ottimo ministro, preparato e competente, ed è una persona perbene, d’indubitabile alta moralità e genuino assertore dell’etica politica come valore irrinunciabile. Epperò talvolta, come questa volta che parla di “partitone”, non lo capisco. Il Pd era un partitone dopo la conquista del 41 per cento alle europee del 2014. E Bersani – ahilui! – per seguire i consigli di D’Alema (e altri) avviò un’opera quotidiana di cinica demolizione perché non gli stava bene Matteo Renzi.
Ora, che si fa: si rimettono insieme l’attuale Pd e i cocci della sinistra e dei 5Stelle per costruire un partitone e poi demolirlo di nuovo, visto che agli ex Pci non va bene mai niente, nemmeno l’immagine riflessa di se stessi?
Ahi ahi ahi, Bersani! Più che della politica, questa è roba conosciuta in dialetto come l’arte del “fraveca e sfraveca”.