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Buongiorno

24.02.2017 - Buongiorno Irpinia

Stir e dintorni: l’arte di giocare sporco sui rifiuti

Wow, quanto coraggio sta tirando fuori il sindaco di Avellino sulla questione Stir di Pianodardine! A commento della decisione del Comune capoluogo di ricorrere al Tar contro l’ampliamento dell’impianto, ovvero contro l’installazione di un biodigestore nell’area Stir, il primo cittadino ha alzato i toni nei confronti della Regione, cioè nei confronti del presidente De Luca e del vice Bonavitacola, delegato all’Ambiente. “Non ci sono rapporti istituzionali che tengano!”, aveva detto Foti, giovedì, con foga garibaldina. E manco fosse Noè appena sceso dall’Arca dopo il diluvio universale, non aveva mancato di aggiungere: “Noi difendiamo l’ambiente!”.
Poi, proprio come accadde nel post diluvio – secondo Giobbe Covatta – quando Nostro Signore rimbrottò Noè dicendogli: “Ora non ti allargare troppo!”, venerdì i Signori di Palazzo Santa Lucia hanno richiamato all’ordine Paolo Foti e gli hanno detto a muso duro: “Sindaco, ma che cavolo vai raccontando: che tu difendi l’ambiente e noi lo vogliamo distruggere? Suvvia: non fare lo stupido. E statt’ a casa!”.
Eccoci al punto. E’ nel paradosso “fantapolitico” di queste ultime battute il nocciolo “reale” della questione. Il Sindaco di Avellino – assieme all’intero Consiglio comunale, che ha sostenuto il ricorso al Tar – è evidentemente affetto da “pseudologia fantastica”. In psichiatria, questa condizione patologica viene spiegata pressappoco così: si fa un discorso che fila a perfezione, ma sulla base di una premessa sbagliata. Per carità, diciamolo subito: il Consiglio comunale è sovrano e le sue decisioni vanno rispettate. Ma anche i “sovrani” di sovente fanno cazzate. Il problema è che generalmente sono pochi i “sudditi” – leggi, più modernamente, i “cittadini” – che gliele fanno notare. Perdonatemi l’immodestia di dichiararmi iscritto all’albo dei cittadini-giornalisti un po’ – diciamo così – fuori dal coro.
Ecco la mia opinione al riguardo, dunque.
La premessa sbagliata (del discorso che fila a perfezione) è che lo Stir inquini e che altrettanto facciano i biodigestori e gli altri impianti – non parliamo di inceneritori – che compongono il ciclo di lavorazione e smaltimento dei rifiuti. Se questa roba producesse nocumento all’ambiente e alla salute dei cittadini, sarebbero logiche e assolutamente condivisibili le conclusioni cui giunge il suddetto discorso: “No all’ampliamento dello Stir, no ai biodigestori, no agli impianti di compostaggio”. Siamo di fronte ad una “non verità” che è stata fatta diventare “verità” dalle proteste – per altri versi legittime – dei comitati ambientalisti: quello della Valle del Sabato, per il caso in ispecie, e gli altri presenti nelle diverse aree della Campania e del Paese. Tutti, per carità, fanno battaglie quasi sempre utili e in cui genuinamente credono: ma – appunto – quasi, non sempre utili.
La battaglia di Pianodardine è dannosa oltre ad essere inutile. Perché altre sono le fonti di inquinamento che avvelenano quell’area e la parte della Valle del Sabato maggiormente esposta. E’ inutile perché si individua la causa sbagliata: è scientificamente provato che Stir e impianti di compostaggio non inquinano. E’ dannosa perché puntando il cannone contro l’obiettivo sbagliato si distrugge ciò che non si dovrebbe distruggere.
Gli ambientalisti locali sostengono che, comunque, insistere con gli impianti di trasformazione in un’area già pesantemente inquinata equivale ad aggravare la condizione di quella zona. Non c’è niente di fondato in questa tesi. Se ad una data quantità si aggiunge zero, quella quantità non cambia. Se poi se ne vuole dare una valutazione di impatto psicologico, è chiaro che le cose cambiano. Ma cambiano nella psicologia della gente, non nella realtà. Ecco come insorge la “patologia collettiva” della pseudologia fantastica. Che però si cura negli ambulatori psichiatrici, non in quelli della politica. E allora: vogliamo accontentarci delle suggestioni invece di mettere mano seriamente, concretamente, finalmente al risanamento ambientale della Valle del Sabato?

Sindaco e consiglieri comunali di Avellino avrebbero svolto opera alta e nobile se, anziché rincorrere il facile consenso cantando a squarciagola nel coro populista, si fossero rivolti al governo regionale per programmare un intervento mirato, e scientificamente sostenuto, a Pianodardine e nella Valle del Sabato. Si è voluta scegliere la strada più comoda: accontentare il palato della gente con un “dolce” ricorso al Tar contro l’ampliamento dello Stir, lasciando intatti i “veleni amari”, ossia quelli veri, di Pianodardine. E d’altra parte, se dopo 30 anni e rotti c’è voluto un Procuratore come Cantelmo per scoprire le magagne dell’Isochimica e spingere l’attivazione della bonifica, cos’altro ci si poteva attendere da amministratori disattenti, incapaci ed insensibili a tutto fuorché al voto clientelare?
Altrettanto falsa è questa storia della Regione che vuole imporre impianti di qua e di là senza il consenso delle popolazioni. Il governo regionale aveva semplicemente indicato la cosa più sensata da fare: localizzare gli impianti nelle aree industriali, perché è qui che si fanno, non in aperta campagna. Il Consiglio comunale di Avellino dice no? A farsene una ragione non dovrà essere la Regione, ma il Comune capoluogo e gli altri comuni che ricorrono al Tar, perché il problema va comunque risolto, gli impianti comunque servono, i nostri rifiuti – per dirla con il sarcasmo di De Luca – non ce li possiamo mangiare a colazione e digerirli noi invece di affidarli al biodigestore.

E dei ricorsi al Tar, in ogni caso, si può fare a meno. Lo ha detto e ripetuto Bonavitacola: Foti e compagni fanno finta di non sentire? Hanno timore che la Regione giochi col baro? Ovvero che dica una cosa per bloccare il ricorso e poi ne fa un’altra? Se questo pensano Foti e compagni, vuol dire che siamo caduti molto più in basso di quanto appare dalle condizioni disastrose in cui versa la povera Avellino.
Insomma, alla Regione non gliene può fregar di meno se l’impianto si fa da una parte o dall’altra. Palazzo Santa Lucia ha detto una cosa ragionevole, punto. L’Irpinia non indica i siti più convenienti ed economici (in funzione della logistica delle distanze) per gli impianti che servono? Bene, è il ragionamento della Regione: provvedete a trasportare i rifiuti altrove con i soldi vostri, cioè con i soldi dei cittadini. Lo hanno capito Foti e compagni come stanno le cose? O fanno finta di non capire per lasciare ad altri, quando sarà, la spiegazione del perché Irpiniambiente si vedrà costretta ad aumentare la bolletta dei rifiuti?
Conclusione. Poiché questi ragionamenti sono così chiari e logici che perfino un deficiente li capisce, delle due l’una: o Lor Signori Foti e compagni sono deficienti oppure, come si dice dalle nostre parti fanno gli gnorri, ossia fanno i fessi per non andare in guerra. Nell’un caso e nell’altro – ma il caso vero è sicuramente il secondo – siamo al cospetto di gente che tutto può fare fuorché amministrare una comunità. E, invero, nel caso di Avellino, questa non è nemmeno una novità.