05.05.2021
Argento sparso sull’azzurro del mare
e lieve tulle di sposa nella schiuma delle onde…
Sola sul ponte della nave
Sirenetta è ancora indecisa
se gettarsi negli abissi e scomparire
o prendere il suo posto accanto al principe,
come un sole intrigante sembra suggerirle.
Sull’acqua, non un gabbiano cui confidare
i pensieri segreti gli slanci la tenerezza infinita
che il cuore quasi non può più contenere.
Per fortuna, la festa a bordo è già cominciata:
si sono appena aperte le danze
ed ora lei sta ballando con il suo poeta
al suono di una dolce canzone
che sembra scritta per loro
giacca – il viso contro la sua giacca –
come se il tempo potesse davvero fermarsi.
Le sue braccia sono per lei un porto sicuro,
la meta definitiva, l’Eden arcano
di cui per sempre si ha nostalgia.
E così si lascia guidare, o forse cullare,
da quei passi leggeri, sicuri, in un abbraccio
che è molto più di un semplice contatto:
è un continuo ritrovarsi e trasalire
nel disperato tentativo di non perdersi più.
Sì, restare insieme, abbandonarsi a questo feeling
per non provare più l’abisso di un vuoto
che vanifica ogni possibile gioia.
Sirenetta tace, stretta al suo principe:
gli occhi sognanti vagando lontano,
nella vana ricerca di un orizzonte senza nubi.
Ma la musica è ormai finita
ed entrambi sanno
che l’incanto sta per spegnersi.
Ancora qualche istante tutto per loro
e poi - com’è triste dirlo –
un vento forte come un’onda impetuosa
proverà a separarli e forse ci riuscirà,
ma solo fino a quando altri legami invisibili,
altrettanti richiami di un linguaggio
ben noto alle sirene come ai poeti,
restituiranno l’argenteo azzurro del mare
e l’oro del sole a nuovi incontri.