17.06.2019 - Buongiorno Irpinia
Roberto Pascarella, l’autore del “colpaccio, ne parla con il compiacimento di chi ha conquistato un nuovo record, ma senza riuscire a dissimulare un’emozione molto intima ed altrettanto dolorosa. Nella comunità di Passo di Mirabella, quando si dice tartufo il primo pensiero va al Maestro dei tartufi, Pasquale Pirone, noto come “Marziano” – ahinoi! – venuto a mancare da pochi giorni.
Ed è a lui – al Marziano del Passo – che Roberto dedica il “Tuber Aestivum” da 1,300 Kg, trovato nelle campagne della Media/Bassa Irpinia, grazie al suo straordinario cane Argo, e che gli ha fatto battere il record del Tartufo Nero da 1,216 Kg detenuto dall’azienda Di Iorio di Busso in provincia di Campobasso.
“Quando Argo ha fiutato e individuato questa meraviglia – racconta Roberto Pascarella – il pensiero, dolorosissimo, è andato a Pasquale, il nostro Marziano. Troppo grande il vuoto che ha lasciato in tutti gli amici del Passo. Perché, tartufi e funghi a parte, lui è stato un personaggio unico della nostra comunità”.
Roberto è il titolare – ultima generazione – dello storico Ristorante Aeclanum, all’inizio “Trattoria Zi Maria”, che assieme allo “Chalet – La Verde Irpinia”, del compianto Cavaliere Antonio Genzale, e alla trattoria di “Zi Olimpia Anni Quaranta” del secolo scorso, componevano il Tris della cucina tipica irpina di qualità più frequentata in provincia. Allora, e fino agli Anni Sessanta, non c’era l’autostrada Napoli-Bari. La Statale delle Puglie era l’unica arteria che collegava i due capoluoghi regionali per poi proseguire verso Brindisi. Era il tracciato di strada, tanti secoli fa, che percorrevano i Romani per prendere il mare e raggiungere la Grecia. Passo di Mirabella, il paese sorto sulle vestigia di Aeclanum, la più importante colonia romana dell’interno, è stato da sempre una delle tappe obbligate del lungo tragitto Roma-Brindisi. Ciò spiega anche il successo della ristorazione decisamente eccellente, di questa zona.
Roberto Pascarella ha 50 anni e fa parte dell’Associazione “Tartufai d’Italia”. Racconta: “Cominciai negli Anni Novanta ad appassionarmi alla ricerca di funghi e tartufi. E fu proprio grazie all’amico Pasquale, un pioniere del settore. Le nostre gare a chi trovava prima e meglio sono assurte a livello di aneddotica. Il destino ha voluto che i segni della malattia che poi lo hanno portato alla scomparsa si rivelassero proprio in uno dei luoghi di ricerca che frequentavamo più spesso”. “Dedico a lui – ripete Roberto – questo mio tartufo record”. E aggiunge, lui ch’è un tifoso biancoverde “sfegatato”: “Voglio offrire un pranzo tutto a base del mio tartufo da record, e fino all’ultimo grammo, ai ragazzi “Biancoverdi-Insuperabili”. L’invito è lanciato.